Pareti umide. Come e con cosa rivestire?

Posso montare un rivestimento in pietra ricostruita su una parete umida?“. Sono frequenti le domande relative alla posa di rivestimenti in “pietra ricomposta” o “finta pietra” su pareti che presentano problemi di umidità.


rinnovareconlapietra.com è un sito dedicato all’arredamento con i rivestimenti in pietra ricostruita sia per interni che per esterni. L’umidità è un nemico che va conosciuto per poterlo combattere in modo efficace. In questo breve articolo spieghiamo come. Per ogni ulteriore chiarimento contattaci attraverso il modulo che trovi in fondo a questa pagina. Buona lettura!

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Cerchiamo di dare una mano a capire quali possono essere i problemi più frequenti e come risolverli.

Partiamo dalle  pareti interne, che è il caso più frequente.

Parete sala hobby,, problemi umidità nei muri, si può rivestire muro umido? Come mascherare umidità, come nascondere umidità
Parete sala hobby

STABILIRE DA DOVE PENETRA L’ACQUA NEL MURO.

Per prima cosa si tratta di accertare di che tipo di muro stiamo parlando. In genere i muri sono di due tipi, CONTROTERRA (vuol dire che la quota del pavimento interno non coincide con la quota del pavimento-o terreno-esterno) oppure FUORITERRA, in questo caso le due quote coincidono o comunque il pavimento della stanza con muri affetti da umidità è più in alto, come quota, rispetto al piano del terreno (o pavimento) esterno.

Sembra una distinzione priva di senso invece ci aiuta a stabilire una cosa importante: la via di accesso dell’umidità. Nel caso di muro CONTROTERRA abbiamo un concorso di due “spinte” dell’umidità: una laterale, dovuta sostanzialmente da cattiva impermeabilizzazione della parete esterna e una di risalita capillare (in genere sono presenti entrambe). Nel caso di muro FUORITERRA, l’unica via d’accesso dell’umidità è per “risalita capillare”, ossia entra dal basso e spinge verso l’alto.


CONDENSA

Condensa: sbalzo temperature

Stabilito questo, certo concorrono tanti altri motivi. Ad esempio quella che spesso erroneamente viene definita umidità, può anche solo essere condensa. La condensa è un fenomeno fisico. L’aria calda prodotta all’interno dell’ambiente, viene attirata quasi come fosse una calamita dalle superfici fredde, al contatto delle quali “condensa” appunto, lasciando sulla superficie minuscole goccioline d’acqua. Queste gocce d’acqua nel tempo si trasformano in micromuffe e danno luogo a quegli antiestetici puntini neri.

La condensa è il problema più facile ed economico da risolvere: bisogna migliorare la ventilazione del locale, consentire in prima battuta che questo “sbalzo termico” fra aria calda e superficie fredda si riduca il più possibile. Dove non fosse sufficiente migliorare la ventilazione (magari predisponendo delle grigliette, lasciando aperte durante il giorno due, tre righe della serranda, insomma facendo si che circoli liberamente l’aria) allora si può intervenire sulle superfici interessate magari con materiali come il cartongesso “accoppiato”, ossia lastre di cartongesso che sono accoppiate a pannelli isolanti (polistirene, colore verde o azzurro) che non assorbono e che aiutano ad abbattere questa differenza di temperatura.

Torniamo ai due casi principali:


PARETI CONTROTERRA

Parete controterra umidità, rivestire una parete umida con pietra, pietra ricostruita umidità

Umidità di controspinta è dovuta dal terreno esterno che grava lateralmente sulla muratura e cattiva o assente impermeabilizzazione (ovviamente questo quando è assente una intercapedine, perché in tal caso avremmo una semplice umidità di risalita in quanto la parete interna sarebbe sostanzialmente un tramezzo e quindi staccata dal terreno e quindi l’unica via d’accesso dell’acqua sarebbe da sotto).

Nel caso di spinta laterale bisogna accertarsi delle condizioni di stabilità dell’intonaco. In genere l’umidità del muro controterra si porta dentro i Sali. I Sali sono la causa “meccanica” del distacco. L’acqua se li porta con se allo stato liquido (disciolti), quando arriva su una superficie calda evapora e ci lascia questo bel “regalo”. Il sale tende, col tempo, a ingrossare fino al punto da provocare il distacco, prima della tinta, poi della rasatura e nei casi più gravi dell’intonaco (quando la battitura del muro “suona a vuoto”).

In tal caso, prima di applicare il rivestimento sulla parete bisogna lavorare affinché la parete risulti sufficientemente solida e possibilmente asciutta. Bello, come? Utilizzando delle cosiddette malte “osmotiche”. Sono malte che si applicano a pennello, fresco su fresco, su una parete precedentemente pulita spiccozzata e sulla quale è stato steso uno strato sottile di intonaco normale (no gesso please) magari a sabbia e cemento, eventualmente ricorrendo nell’acqua d’impasto ad addittivi che ne aumentino la presa (tipo “lattici”). Quando questo strato è asciutto si applicano tre mani di malta osmotica, l’ultima delle tre, date con la tecnica del fresco-su-fresco si può rasare per ottenere una superficie piuttosto regolare.

Quando la parete è asciutta, in genere un paio di giorni, si può applicare con un comune collante delle migliori marche (Mapei, Kerakoll, Torggler) il PETRA o altro nostro rivestimento.

Abbiamo ottenuto:

  1. Una base d’appoggio solida ed asciutta
  2. Non stiamo montando nulla di “occlusivo” ma un rivestimento traspirante
  3. Siamo sicuri che il rivestimento “tiene”


PARETI FUORITERRA

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Nel caso di posa del rivestimento su parete FUORITERRA è leggermente più semplice:

In genere l’altezza di risalita dell’umidità è inversamente proporzionale alla larghezza (sezione) del muro: più il muro è largo più le macchie si attestano nella parte bassa avendo più superficie sulla quale distribuirsi, su pareti a sezione più stretta vanno più in alto. Si “batte” l’intonaco nella zona dove si evidenziano le macchie. Se suona “pieno” è OK vuol dire che i Sali ancora non hanno finito il “lavoro sporco” possiamo intervenire superficialmente ricorrendo a rasanti a base calce, magari applicati dopo un trattamento antisale (ci sono liquidi appositi in commercio).

Sul rasante asciutto si applica a colla tranquillamente il PETRA (o altro nostro rivestimento: sono tutti prodotti senza resine pertanto perfettamente traspiranti,  nessun tappo, la parete è libera di respirare).

Se invece l’intonaco dovesse suonare “a vuoto” li sono dolori, vuol dire che il sale ha già provocato il distacco in alcuni punti dell’intonaco. A questo punto si pone la scelta doverosa della rimozione dell’intonaco perché nessuno è cosi stupido da incollare un rivestimento su un intonaco che si sta per staccare e già suona a vuoto. Quindi si demolisce la zona dove batte a vuoto, si ripristina con degli intonaci speciali macroporosi che funzionano come maxi spugne e consentono all’umidità presente nel muro di uscire senza fare grossi danni, una volta asciugato l’intonaco si può procedere con l’incollaggio del rivestimento.


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POSA SU CARTONGESSO ( pannelli equivalenti di ultima generazione).

E’ un tipo di posa che presenta vantaggi e svantaggi. Vediamo quali: applicare un pannello (ve ne sono di ultima generazione che non subiscono alterazioni dalla presenza di umidità e in alcuni casi possono essere montati anche “a toccare”. Noi consigliamo sempre di lasciare almeno un “lama d’aria”, ossia avvalersi delle guide per distanziare di qualche centimetro i pannelli dalla parete. Certo, si sacrifica superficie ma almeno non si corre il rischio di vedere, dovesse aumentare l’umidità sul muro, staccarsi il pannello e con esso il rivestimento che gli è stato incollato sopra. Si presta per montaggi dove il requisito è la velocità (negozi che non possono essere penalizzati da troppi giorni di chiusura per lavori). Anche qui, se si impiega PETRA tenendo presente che pesa 45 kg.al mq. occhio a come si ancorano a parete i supporti perché in caso di altezze superiori ai 2,80/3,00 metri bisogna fare attenzione aumentando i punti di ancoraggio a parete (quella in muratura, sottostante). Se si posa PETRA su cartongesso si possono usare due collanti. Uno quello in pasta (è già pronto, non è economico quindi adatto a piccole superfici) altrimenti PRIMA di posare la colla per l’incollaggio del rivestimento bisogna trattare la superficie del cartongesso con apposito isolante (tipo PRIMER G della Mapei) per evitare che l’acqua d’impasto del collante vada ad innescare la reazione igroscopica del gesso (leggi: aumento di volume del gesso con conseguente rischio di distacco del rivestimento). Oppure utilizzare pannelli di cartongesso “idrofugati” (sono di colore verde, già trattati da fabbrica, idonei per la posa in ambienti quali bagni o cucine, luoghi dove è concreto lo sviluppo di vapore).

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PARETI ESTERNE

In questo caso quasi sempre parliamo di umidità di risalita capillare.  Si procede come illustrato sopra nel punto PARETI FUORITERRA. In molti casi, sopratutto nelle zone dove nelle vicinanze ci sono cave di pietra naturale si utilizzano come “zoccolatura” esterna proprio per “mascherare” o nascondere situazioni come questa:

umidità nei muri, pietra ricostruita traspirante, pietra senza resine, pietra finta traspirante, traspirabilità finta pietra

Salvo poi, dopo qualche tempo trovarsi o col distacco di queste lastre perché, come detto, il sale progressivamente spinge fino al distacco dei rivestimenti perché spesso poco traspiranti o in altri casi a ritrovarsi delle antiestetiche macchie di umidità subito sopra questi rivestimenti in pietra naturale. Motivo? Semplice: la pressione di risalita spinge in su fino a che non trova la superficie libera per poter evaporare, macchiando di conseguenza l’intonaco soprastante i rivestimenti.

Soluzione: Con Petra hanno risolto cosi:

La foto che segue è indicativa di come si comportano la pietra naturale (peperino) di cui è fatta la soglia della finestra e il rivestimento PETRA di Primiceri. Sono state montate entrambe contemporaneamente circa 10 anni fa, si tratta di una parete esposta a nord, sulla quale il sole batte per poche ore al giorno. Grazie alle sue caratteristiche, a differenza della pietra natuale, il rivestimento si presenta intatto, non aggredito da muschi e muffe come la pietra naturale.

differenza deterioramento fra pietra naturale (peperino) e rivestimento PETRA in pietra ricostruita di Primiceri

Muro recinzione con Petra giallo sinai elemento pietra ricostruita Primiceri Roma grigio fumo esterni interni antigeliva

Muro recinzione con Petra giallo sinai elemento pietra ricostruita Primiceri Roma bianco esterni interni antigeliva
Petra bianco zoccolatura

Speriamo di aver dato un contributo con queste brevi righe, e nel caso di dubbi è sempre bene controllare prima di applicare il rivestimento. Non sono lavori che si fanno tutti i giorni e un briciolo di attenzione, visto che sono interventi che comunque grande o piccolo hanno un costo, è preferibile contattarci o nell’impossibilità di effettuare un sopralluogo almeno inviarci qualche foto.

Ecco cosa ne pensa chi ha adottato (ad esempio il Mattone da rivestimento):

Qui, se vuoi, trovi altre recensioni. Cosa ne pensano i nostri clienti?


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Per sapere come è fatta la “pietra ricostruita”Tutto quello che c’è da sapere sulla pietra ricostruita e non hai mai osato chiedere: le FAQ

5 pensieri su “Come comportarsi in caso di umidità

  1. Buongiorno, ho trovato una casa in pietra che però essendo chiusa da 5 anni presenta umidità! Si puo’ fare qualcosa o e’ da scartare. Odio la muffa! Ci sono pietre particolari che non vengono mai attaccate dalla muffa in ambienti umidi? Grazie

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    1. Buongiorno Vincenza Cavaliere. Questi rivestimenti (avendo subito un processo particolare- demineralizzazione- sugli inerti in fase di preparazione dell’impasto) non contengono micro-organismi. Pertanto risultano inattaccabili da muffa o funghi.

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