
La luce è una componente essenziale per il comfort di un’abitazione.
Già dall’esposizione, dalla quantità e dalla posizione degli infissi, non a caso definti “vani-luce”, si qualifica la salubrità di un ambiente. L’ampiezza degli infissi, oltre a consentire un fisiologico bisogno di rinnovo dell’aria di un interno, contribuisce, grazie alla “quantità di luce naturale” anche alla reale percezione di benessere.

Stante la spasmodica ricerca dei profitti, l’esasperazione degli spazi, spesso questo requisito fondamentale è carente, o insufficiente. Dove sussistono queste condizioni, l’industria dell’illuminotecnica ha sviluppato sempre più nuove tecnologie che consentono, con livelli diversi di risparmio energetico, di sopperire alla quantità di luce naturale.
Oltre quindi alla necessità di “bilanciare” l’equilibrio fra luce naturale (quella derivata dal numero di aperture-infissi, di un appartamento) e luce artificiale (prodotta cioè da lampade, punti di luce posizionate in punti strategici) nell’arredamento moderno ha assunto via via importanza sempre maggiore l’attenzione a come illuminare un ambiente.

Nel caso delle pareti in pietra ricostruita va fatta questa considerazione. Dove a prevalere è l’esigenza di caratterizzazione, che porta ad enfatizzare l’elemento di arredo che queste pareti costituiscono, prim’ancora che una mera esigenza di decorazione, il ruolo funzionale che una parete cosi realizzata svolge può essere esaltato dal modo col quale viene illuminata.
E’ noto che l’occhio umano viene attirato come fosse un magnete da ciò che è in qualche modo colpito da una sorgente luminosa. Nel gioco di percezione delle prospettive anche di un semplice inserto, tipico il caso dietro un divano addossato ad una parete, la possibilità di illuminare è condizione indispensabile per ottenere un effetto “dominante” della parete cosi rivestita.
Indipendentemente dal colore del rivestimento (si è detto in un altro articolo del “gioco” cui far sottostare la scelta del colore: ambiente poco illuminato = rivestimento di colore possibilmente chiaro, e viceversa), la luce che dovrà essere disposta in maniera da colpire la parete (meglio se dall’alto verso il basso) consentirà di ottenere un effetto di risalto alla parete, contribuendo infine anche ad alterare la percezione di ampiezza di un ambiente.

Perché succede questo? Perché l’occhio umano viene facilmente “ingannato”. E’ portato come detto a concentrarsi su un oggetto illuminato, mandando tutto il resto in secondo piano. Tale operazione, ad esempio su superfici molto “mosse” come il PETRA o la ROCCIA ANTICA, crea inoltre un effetto “rilievo”, grazie al continuo sovrapporsi di luci ed ombre, che contribuisce in modo importante alla percezione della parete come un “unicum”, incastonato nel resto dell’arredamento.

Sui siti di Aziende di illuminotecnica sono disponibili un’infinità di soluzioni. Noi prediligiamo quelle che consentono di creare una luce diffusa, tassativamente oscurando il punto di sorgente (spesso lo si nasconde in profili cornice di polistirolo o faretti ad incasso direzionabili).

Per fare un lavoro a regola d’arte e apprezzare nel tempo l’impiego di questi rivestimenti, la scelta oculata della gestione della luce diventa requisito determinante per l’efficacia di tutto l’intervento.
risorse esterne: sito essenzialed.it