Esistono storie che meritano di essere raccontate.

Il patrimonio di storia e tradizione è qualcosa che il mondo ci invidia. La bellezza del territorio, la cura dei paesaggi, e il fascino intramontabile dei borghi antichi.

Un lavoro immenso e insieme un potenziale enorme se saputo valorizzare e “messo a sistema” per attrarre sempre più turisti (dall’Italia e soprattutto dall’estero) innamorati dei nostri paesi e della nostra cucina.

Non è un caso che a piccoli passi, grazie alla lungimiranza di molti amministratori, si comincia a mettere mano alla ristrutturazione di questi contesti. Vuoi per finalità spiccatamente turistiche (su tutte, quella che ultimamente si è fatta strada un po’ dovunque, come l’albergo diffuso) vuoi anche solo per un discorso di decoro urbano.

Purtroppo il cosiddetto “restauro filologico” (ossia l’arte di ristrutturare utilizzando materiali del posto, pazientemente recuperati) non è sempre possibile. Per tanti motivi: indisponibilità dei materiali originali, costo degli stessi, ristrutturazioni fatte male nel corso degli anni.

Esiste però un’alternativa. A giudicare dal comportamento nel tempo, anche molto valida.

Parliamo di pavimentazioni antiche riprodotte con la tecnica della demineralizzazione.

Nulla a che vedere con il cosiddetto “calcestruzzo architettonico”, o come volgarmente viene chiamato, “cemento stampato”. Niente di tutto questo. Per solto sono “croste”, una colata di miscele cementizie, più o meno additivate con resine e coloranti per conferirgli le più svariate forme con stampi che simulano le antiche pietre (ma anche con disegni “più moderni”).

L’affidabilità di queste soluzioni presenta dei punti critici che non sfuggono agli occhi dei progettisti più avveduti: spesso costituiscono un “tappo”, sono manti impermeabili che impediscono la normale traspirazione dei massetti. Inoltre, per quanto possano essere formulati per resistere all’aggressione dei raggi ultravioletti, le colorazioni (ottenute con ossidi) tendono a scolorire col passare del tempo. E ancora, quando impiegati in zone innevate, non sopportano l’azione aggressiva del sale disgelante.

Una valida alternativa, che non sconta queste limitazioni, sono le pietre da pavimentazione prodotte da PRIMICERI. Questa azienda in trenta anni di lavoro ha messo a punto una tecnologia che gli consente di poter offrire delle soluzioni “a prova del tempo”.

La demineralizzazione consente di eliminare la presenza di microorganismi dall’impasto. Le lastre pazientemente cercate e riprodotte a mezzo stampo, mantengono lo stesso aspetto di queste piastre che pavimentavano le masserie di cui è ricca la campagna salentina, ma risultano altresì inattaccabili da funghi o muschio anche quando posate in zone esposte a nord o poco soleggiate.

Non solo, con l’andare del tempo, si “caricano”, assumono cioè quell’aurea tipica delle piastre che si trovano nei vicoli dei paesi, un aspetto quasi lucido, dovuto all’usura al continuo passaggio di uomini e auto, diventando cosi indistinguibili da una vera pavimentazione antica.

Un corredo di certificati, resistenza, flessione, traspirabilità, resistenza all’attrito, ingelività è in grado di rasserenare il progettista più dubbioso. Ma prima ancora che le “carte” contano i fatti.

E’ la possibilità di poter fornire indirizzi, referenze di impieghi in centinaia di strutture ricettive (vuoi per gli esterni, come piani piscina, o come sempre più spesso accade, anche per gli interni). Ma anche soprattutto luoghi pubblici all’aperto, raggiungibili da chiunque.

Largo San Giorgio, Centro storico di Rieti

Sono questi i lavori che lasciano a bocca aperta anche i più scettici. La capacità di rendersi conto, con i propri occhi, del comportamento nel tempo di questi pavimenti anche quando sottoposti a transiti ben più elevati di qualsiasi residenza privata o pubblica attività.

Parliamo di Largo San Giorgio nel cuore del centro storico di Rieti. Una piazza di 600 mq. Montata nel 2012 che ancora oggi è meta dei tanti che vogliono andare a sincerarsi (giustamente) di persona di come si comportano questi pavimenti a distanza di anni. Parliamo di un altro importante intervento che sta andando avanti a Vallepietra, un piccolo comune della provincia di Roma, al confine con l’Abbruzzo, sito a 850 mt. di quota, dove con coraggio l’amministrazione ha dato via ad ingenti lavori di restyling di tutto il centro storico, sostituendo la pavimentazione pre-esistente, in pezzame di porfido, con il VECCHIO BASOLATO di PRIMICERI.

Fasi di montaggio Vecchio Basolato a Vallepietra RM

Al momento, in Italia non esistono altre alternative con queste caratteristiche, ecco perché l’impiego di queste pavimentazioni sta interessando un numero sempre più alto di progettisti e di committenti sia privati che di strutture ricettive.

Se stai pensando ad un restyling dei tuoi ambienti esterni in vista della buona stagione, ecco perché dovresti prendere in esame queste soluzioni UNICHE.

Trovi i pavimenti di Primiceri nei migliori showroom di Lazio, Umbria e Toscana. Per qualsiasi info che desideri approfondire, puoi inviare la tua richiesta utilizzando il modulo che trovi in basso nella pagina.

Scarica la brochure dedicata a VECCHIO BASOLATO PRIMICERI

le due versioni, a sx da 5 cm. a dx da 2,5 cm.

COME POSSO FARE PER RICEVERE UN PREVENTIVO?

E’ facile, facilissimo. Basta indicare una metratura indicativa e la zona di destinazione. Volentieri ti viene inviata una quotazione personalizzata.

 

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