Crescente interesse sta riscuotendo il rivestimento che simula la pietra a parete.
L’intento, neanche troppo nascosto, è quello di dare l’impressione che si tratti di una parete dalla quale è stato rimosso l’intonaco e riportata in vista l’antica muratura sottostante.
Come già detto in questo articolo: il favore con il quale si guarda a questa forma di rivestimento ha motivazioni diverse. Vediamo qui di affrontare quali sono gli step per ottenere il massimo arredando una porzione di casa, del luogo di lavoro, con questo rivestimento. Intanto abbiamo a disposizione più di un colore. La scelta del colore è dettata da diversi fattori, in primo luogo la luminosità dell’ambiente nel quale vogliamo intervenire.





Giocare a calibrare la luce è importante. In un locale poco illuminato è consigliato andare su colori chiari.
Ad influire sulla scelta del colore anche l’abbinamento con i colori del resto dell’arredamento: colori del pavimento, del soffitto, esposizione della parete se contro o a favore di luce (dalle aperture degli infissi che insistono nell’ambiente).
Scelto il colore, altro passaggio è pensare PRIMA del montaggio a come verrà illuminato il rivestimento. Roccia antica si presta, proprio grazie alla sua forma, ad esaltare quel gioco di luci e ombre che ci servirà ottenere ricorrendo all’illuminazione proprio per alterare la percezione di ampiezza del locale nel quale lo vogliamo inserire.
Suggerimento per le luci: scegliere, dove possibile, quelle cosiddette a “sorgente nascosta”, per fare in modo di ottenere una “pioggia” di luce a raso sulla parete rivestita, che la risalti e le dia la giusta importanza in chiave di arredamento dell’ambiente.

Per farlo si può far ricorso a luci come “striscie a LED” (scegliendo la tonalità della luce, se fredda o calda o come si trova adesso, anche neutra). Laddove non sia possibile inserire i LED (scelta consigliata anche per via dei modesti consumi energetici) si può optare per appliques o faretti che direzionino la luce verso la parete.

Detto questo, passiamo ad illustrare il montaggio ottimale. Il suggerimento è quello di preparare al solito la parete, se esiste già una tinteggiatura questa va rimossa mediante “picchiettatura” rimuovendo cioè senza alzare troppa polvere lo strato superficiale della pittura e creando al tempo stesso una valida base d’appoggio per il rivestimento.
Fatta quest’operazione si stende una rete leggera porta intonaco in fibra di vetro di grammatura 150 gr/mq. circa e si “rasa” con un velo di collante (che sarà lo stesso che ci servirà per montare le pietre a parete). Si lascia asciugare e quando pronto si può cominciare.
Consiglio: evitate di aprire i cartoni e disporre le pietre direttamente su parete. Disponete invece le varie pietre a pavimento, ai piedi della parete e studiate la composizione, cercando di mantenere un orientamento orizzontale proprio per simulare l’effetto di parete in muratura che andate cercando. Sostituite o integrate i pezzi fino a che non siete pienamente soddisfatti dell’aspetto che hanno a pavimento. Componendo i colori, le sfumature, la grandezza.


Dopo di che iniziate il montaggio, dando la distanza che credete fra le fila di pietre incollate.

Lasciate più tempo possibile fra la posa delle pietre e la stuccatura.
Stuccare è l’operazione più delicata. In commercio ci sono stucchi pronti, oppure si possono utilizzare malte da muratura impiegandole in modo improprio. Anche il colore dello stucco va studiato prima. Decidete quale sarà la modalità: se a contrasto, scegliendo un colore che stacchi dal resto delle pietre o in tono, andando su un punto cromatico che “accompagni” il colore generale della parete.


Una precisazione su cosa si intende per colore. Quando optate per un colore di fabbrica (a scelta fra giallosinai, grigio-ocra, ruggine o il nuovissimo “terra”) tenete presente che aprendo il cartone si possono trovare pezzi anche difformi fra loro, sempre nella stessa tonalità ma con più o meno sfiammature. Non è un difetto di fabbrica, è un effetto voluto proprio per tentare di imitare il più possibile l’aspetto della vera pietra naturale che non è appunto un prodotto di serie ma offre numerose stonalizzazioni proprio perché naturale. Il gioco va composto prima, a terra, in modo da governare l’effetto di colorazione che si desidera ottenere.


In questo senso è molto diffusa anche la scelta di mixare i colori. Si sceglie uno fra i toni dominanti e si stabilisce una percentuale (che può andare dal 10 al 20 al 30%) di un altro colore. Le combinazioni più diffuse sono giallosinai-grigioocra. A dettare il gioco è il tono che abbiamo scelto all’inizio come quello che meglio si accorda con le nostre esigenze di luce dell’ambiente e concordanza col resto dei colori come pavimento, arredi, soffitti e le altre pareti non rivestite. L’aggiunta di un’altra cromia è un vezzo, va saputa “governare” ma consente di aumentare l’effetto di veridicità del rivestimento, conferendo l’aspetto di una vera parete in muratura che è stata semplicemente “stonacata”.

Siamo a disposizione per consigliare il meglio in operazioni di questo tipo.

Ultima considerazione. L’impiego di Roccia antica si sta rivelando azzeccato anche in contesti moderni. Evidentemente il gioco che i progettisti e interior designer, vogliono ottenere è il contrasto con un arredo magari moderno o high-tech con un richiamo alla tradizione. Lungi dall’essere considerata un’operazione kitsch, riserva invece quando saputa dosare nell’ampiezza delle superfici, una gradevole miscela, un effetto “spaesante” fra il gusto del moderno e una forma di ossequio al passato, andando a recuperare una tradizione (le pareti in muratura portante costruite con un mix di rocce a varia grandezza come usava un tempo) contestualizzandole con elementi d’arredo moderno.

Un azzardo? Niente affatto le riviste di settore sono piene di esempi di questo tipo e l’effetto è davvero particolare.
UPDATE: Luglio 2016, inaugurazione del locale 3.0 ecco una gallery del ristorante alle porte di Roma, (Loc. Aranova, sull’Aurelia pochi chilometri dal GRA).
Altre foto di lavori eseguiti con questo rivestimento: clicca qui
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